sr Giuseppina Festa

di lgnazio e di Ermellin Anna

nata a Torino il 18 luglio 1870
morta a Lima (Perù) il 21 febbraio 1961

Pima professione a Nizza Monferrato il 27 agosto 1893
Professione perpetua a Torino il 4 novembre 1896

La sua vita fu veramente lunga e vissuta nella generosa fedeltà alla divina chiamata. Nei suoi novantun anni e sessantotto di professione, si trovò a operare in quattro nazioni dove la chiamò l'obbedienza: Italia, Colombia, Messico, Perù.

Dopo La prima professione a Nizza Monferrato nel 1893, suor Giuseppina lavorò nella casa di Lugo (Ravenna) fino al novembre 1896, quando con altre sei suore fece parte della prima spedizione di FMA in Colombia.
Il gruppetto delle pioniere, ricevuta una calorosa accoglienza nella chiesa del Carmine a Bogotà ufficiata dai Salesiani, andarono a vivere in una povera casetta affittata per loro da don Rabagliati, iniziando così la loro missione fra le strettezze di una austera povertà, ma confortate quasi subito dal dono delle vocazioni al nostro Istituto.
Fu così possibile l'anno seguente (febbraio 1898) procedere alla fondazione di un'opera tra i lebbrosi di Contratación affidata alla nostra suor Giuseppina, insieme alla direttrice suor Serafina Ossella, suor Modesta Ravasso e a una postulante. Il viaggio fu duro e avventuroso; la povertà che trovarono grande e squallida. Le suore abbracciarono tutto generosamente affrontando con audacia i sacrifici eroici che la vita là richiedeva. Nell'ottobre 1899, infatti, era scoppiata la guerra civile dei "mille giorni" che le tenne separate dalla capitale,senza possibilità di comunicazione, e quindi senza viveri, lottando contro la fame (Cf CAPETTI Giselda, Il cammino dell'istituto nel corso di un secolo II 58-59).

Nel 1913 suor Giuseppina fece ritorno in Italia e lavorò nelle case di Diano d'Alba (Cuneo), Asti, Tortona e Alessandria.

Il 19 ottobre 1922 partì per il Messico, casa di Santa Julia, fino a che una nuova obbedienza la chiamerà a lavorare per il resto della sua vita in un altro paese latino-americano, il Perù, dove arrivò il 25 settembre 1924. Diventa qui arduo seguirla nei vari cambiamenti di casa e di occupazione. Al Lazzaretto di Lima Guía è aiutante della direttrice; a Jauja, casa aperta espressamente per curare le suore ammalate, è direttrice; nella casa di Lima Breña ritorna come vicaria; passa poi come economa nelle case di La Merced, Lima Guía, Huancajo, Lima Negreiros.
Nel 1938 incomincia il suo compito come portinaia e catechista nella casa-preventorio di Chosica e poi passa in quella di Magdalena del Mar, noviziato, la casa dove resterà il maggior numero di anni (194 1-1958).

Nel 1959 l'età ormai molto avanzata la costringe al riposo e le superiore l'accolgono nella casa ispettoriale.

Cercando ora di tracciare il suo profilo spirituale, riferiamo la testimonianza di una consorella che la definisce «esemplare, di virtù solida. Le sue parole elevavano, facevano pensare al cielo, specialmente quando ripeteva con entusiasmo: "Oh, Paradiso Paradiso", riflesso della sua intima unione con Dio che la teneva abbandonata alla sua santa volontà». Forte era l'amore di suor Giuseppina per l'Istituto che l'aveva accolta e che aveva offerto un ampio campo di lavoro; il suo amore non era solo frutto di sentimento, ma si concretizzava nell'impegno di assimilare sempre più lo spirito salesiano autentico. A questo provvedeva con la lettura di libri riguardanti i santi Fondatori e le biografie delle consorelle defunte; leggeva e rileggeva le circolari della Madre e delle superiore; non perdeva nulla di quanto il Notiziario e la stampa salesiana in genere riportavano sulla vita dell'Istituto.La si vedeva sempre calma, nonostante le contrarietà che non le mancavano. «La trovavo sempre buona, affabile - scrive una suora - nonostante soffrisse a volte forti dolori di capo; non si lamentava, anzi si sforzava di sorridere e, mentre era tutta delicatezza per le altre compatendo e industriandosi per sollevarle, sembrava che si fosse proposta di nascondere i suoi dolori fisici e morali sotto un sorriso. Le testimonianze delle suore che l'hanno conosciuta ripetono quasi come uno slogan: suor Giuseppina era sollecita e affettuosa con tutti, ma specialmente con gli ammalati» e riportano episodi di squisita carità. Ne ricorderemo uno per tutti, quello che riguarda un'alunna che si era ammalata di vaiolo. Suor Giuseppina, dopo essersi prodigata ad assisterla e servirla con ogni premura, arrivò persino a curarle ad una ad una le pustole che le si formavano sul viso, proprio come una mamma che vuole custodire non solo la salute, ma anche la bellezza della sua figliola.
Suor Giuseppina non perdette la sua caratteristica carità verso le ammalate neppure nei suoi ultimi anni di vita, quando lei stessa era bisognosa di cure e di riguardi. Appena le era possibile, visitava le consorelle o aiutava l'infermiera e accompagnava in cappella una suora quasi cieca e quindi bisognosa di appoggio per camminare. La consorella aveva novantaquattro anni e suor Giuseppina novanta; a volte traballavano tutte e due, ma il loro spirito di pietà e di carità era una lezione efficace per chi le incontrava.Le suore ricordano pure di suor Festa l'osservanza della Regola e l'amore alla povertà. Come economa vigilava perché si avesse cura di ogni cosa evitando guasti e sprechi, ma alle suore non lasciava mancare nulla di quanto sapeva essere loro utile. Già molto anziana e con la memoria indebolita a volte dimenticava di preparare l'una o l'altra cosa e, se capitava che qualche sorella la rimproverasse, suor Giuseppina umilmente la ringraziava e persino chiedeva scusa. Era edificante, nel giorno di ritiro, vederla seduta accanto all'ufficio della direttrice con un lavoro o un libretto tra le mani, in attesa del suo turno per presentarsi al colloquio e uscirne poi contenta, poiché diceva: «Così ho anche il merito dell'obbedienza».Quando lavorava, il suo aspetto raccolto e soave rifletteva la sua anima semplice, umile e unita a Dio. Se le suore, incontrandola, la salutavano dicendo: «Viva Gesù, suor Festa!», rispondeva tutta sorridente: «Sì, viva Gesù, viva Maria e facciamo festa!». Per quanto riguarda la sua conversazione, si può dire di lei ciò che si legge nella vita di santa Teresa di Gesù: «Le spalle degli assenti erano al sicuro». Inoltre, nessuno partiva da lei senza aver ricevuto una parola, un sorriso o un suggerimento che elevava a Dio.

Il 22 febbraio 1961, come turgida spiga che si reclina sullo stelo, la sua lunga e operosa vita trovò la sua conclusione nell'incontro eterno con il suo Signore.

 

in Suor Festa Giuseppina in ANZANI Emilia, Facciamo Memoria. Cenni biografici delle FMA defunte nel 1961, Istituto FMA, Roma 2000, 128-131.