Nella società viene per gradi riconosciuta alle ragazze la possibilità di usufruire del tempo libero extradomestico, che le FMA impegnano con formazione religiosa, amicizia, sano divertimento, attività utili, apostolato, secondo il modello degli oratori salesiani maschili. Le giovani vengono conquistate dalle religiose con varie attività corrispondenti alle esigenze dell’età: giochi, catechesi, passeggiate, gare ginniche, scuole di canto, teatro e per le analfabete scuole serali e festive. L’oratorio si ritiene un’opera talmente significativa per le FMA che «nelle popolose città e nei centri industriali, dove le ragazze sono occupate nelle industrie, si procuri di tenere aperto quotidianamente l’Oratorio nelle ore in cui le scuole e gli opifici si chiudono» Regolamenti 1912.
Oltre i collegi, i pensionati e i convitti sorgono in un tempo di cambio tra fine ottocento e primo ‘900 per rispondere ad un’esigenza concreta delle famiglie lontane. Si incaricano di richiamare l’educazione integrale - studio, lavoro, attività ricreative, fede - delle giovani impegnate nello studio, nell’impiego, negli stabilimenti. È l’opera in cui si vuole esprimere il modello educativo di don Bosco, in cui si declina il sistema preventivo basato su un rapporto educativo che fa leva sull’esempio per spiegare, convincere e guadagnare l’adesione a ideali alti ed impegnativi: buone cristiane, buone madri di famiglia, donne utili alla società e alla patria. Le Figlie di Maria Ausiliatrice vivono con le ragazze condividendo la quotidianità. Con lo spirito di famiglia creano un clima sereno e con le doti organizzative cercano di mitigare le esigenze della disciplina dello studio o del lavoro in fabbrica, la fatica della convivenza e il distacco dovuto alla lontananza degli affetti familiari.

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